Pubblicato su Lo Spettacolo Viaggiante 2013
Le strutture che ospitano un numero elevato di utenti sono sottoposte ad un carico inquinante massiccio, che deve essere periodicamente rimosso per assicurare un grado di igiene e pulizia adeguato ad evitare il possibile contagio di malattie infettive.
I virus ed i batteri sono organismi che isolati hanno pochissime possibilità di sopravvivere. Nel caso dei virus queste possibilità sono praticamente nulle. Per poter proliferare questi micro-organismi hanno la necessità di trovare un luogo confortevole, al riparo da agenti esterni fatali per la loro debolissima forza vitale. I virus devono addirittura penetrare in un altro organismo, che può essere quello di un batterio più grande o quello di un altro essere vivente. Un virus isolato è un virus morto, in natura non esiste. Virus e batteri per essere patogeni, quindi pericolosi, devono moltiplicarsi, e possono farlo solamente se “colonizzano” un luogo sicuro. L’aria e l’acqua, gli urti, lo squotimento, sono incompatibili con la loro vita. Hanno bisogno, sostanzialmente, di un luogo nel quale non essere disturbati e potersi moltiplicare.
Lo sporco, soprattutto quello incrostato negli angoli più nascosti, è sicuramente un supporto ideale per la proliferazione dei microrganismi. Per questo, da sempre, si è compresa la necessità della pulizia dei luoghi dove vivono gli esseri umani: dove c’è sporcizia c’è pericolo di malattie. Se non fosse così il nostro cervello non assocerebbe allo sporco un significato di repulsione e di pericolo.
Consideriamo brutto e sgradevole un luogo sporco perchè inconsciamente sappiamo che in quel luogo corriamo il rischio di ammalarci ed abbiamo imparato nei secoli a dare una valenza positiva, gradevole e sicura ai luoghi puliti, negativa e brutta a quelli sporchi.
Il concetto di pulizia si è profondamente modificato nei secoli, affinandosi sempre più e passando di fatto dalla semplice rimozione dello sporco alla sanificazione e quando necessario alla disinfezione.
In una struttura grande e complessa come quella di un parco acquatico o comunque dove sono presenti ambienti destinati allo spogliatoio, dotati di bagni e docce, la pulizia rappresenta un aspetto da curare con grande impegno. Negli spogliatoi sono oggetto di un protocollo di pulizia oltre ai bagni, alle docce ed ai pavimenti, una serie di superfici quali: panche, cabine a rotazione, armadietti, mensole, ma anche asciugacapelli, griglie di scarico dell’acqua e di aspirazione dell’aria.
Per la pulizia di questi spazi è indispensabile stendere un protocollo di interventi, poiché la periodicità di fasi e di componenti da pulire può essere molto diversa e questa “sfasatura” può far si che vengano completamente trascurate alcune parti in favore di altre. Inoltre alcune pulizie sono compatibili con la presenza di utenti ed altre no. Solo una programmazione scritta può far si che la periodicità venga correttamente rispettata. La finalità deve essere quella di mantenere un accumulo di sporco non eccessivo, in modo che non diventi pericoloso e difficile da rimuovere. Soprattutto lo sporco non visibile, come ad esempio quello che ristagna nelle canaline di scarico dell’acqua a pavimento, può rappresentare un habitat ideale per parassiti e microrganismi.
Per assicurare il massimo livello possibile di igiene è necessario distinguere tre fasi fondamentali: la pulizia intesa come semplice asportazione dello sporco, la sanificazione e la disinfezione.
Con il termine pulizia si intende la rimozione meccanica dello sporco dalle superfici. Di norma viene eseguita con l’impiego di agenti meccanici (scope, stracci, macchinari) insieme ad acqua e detergenti diluiti nella giusta proporzione. Per sanificazione si intende la metodica che si avvale dell’uso di detergenti specifici per ridurre il numero di contaminanti batterici presenti sulle superfici consentendo di mantenere livelli igienici di sicurezza. Per disinfezione si intende l’uso di un disinfettante per abbattere a zero la contaminazione batterica. La disinfezione può essere eseguita solamente dopo la pulizia e la sanificazione.
La frequenza con la quale eseguire queste operazioni è chiaramente diversa. Se la pulizia va eseguita più volte al giorno nei periodi di massimo afflusso, la sanificazione può avvenire ad esempio una volta a settimana e la disinfezione un paio di volte a stagione, se possibile.
I prodotti e le attrezzature utilizati nelle varie fasi sono ovviamente diversi. Per la fase di pulizia vanno utilizzate attrezzature in grado di rimuovere meccanicamente lo sporco, quindi principalmente acqua, detergente tensoattivo e scopa, mocho, lavasciuga o idropulitrice. In questa fase il detergente va scelto in base alla tipologia di sporco da rimuovere. Negli ambienti dove c’è un forte consumo di acqua (bagni e docce) sarà probabilmente necessario l’utilizzo di un anticalcare a base acida, alternato comunque ad uno sgrassante poiché la componente organica dello sporco è sicuramente presente ed importante anche in questi ambienti (pensiamo ad esempio allo shampoo ed ai saponi sulle piastrelle delle docce). I detergenti alcalini hanno infatti un effetto sulla componente organica dello sporco (grassi, saponi, unto della pelle, eccetera) mentre i detregenti acidi hanno effetto sulle incrostazioni derivate da sali minerali come i carbonati. In ambienti con forte presenza di acqua vi è la contemporaneità di entrambe le tipologie di sporco (organica ed inorganica) e per una pulizia efficace è necessario utilizzare le due tipologie di detergenti, basica ed alcalina.
Per la sanificazione esistono in commercio molti prodotti sia specifici sia che uniscono la azione detergente a quella sanificante che viene svolta solitamente da sali quaternari di ammonio. Questa seconda tipologia di prodotti è la più utilizzata, poiché consente di concentrare due fasi di detergenza in una sola operazione.Si tratta di sanificazioni deboli, che non hanno la pretesa di disinfettare, ma che possono aiutare, tramite l’utilizzo continuativo, ad indebolire i microorganismi e soprattutto ad evitare che si moltiplichino. La disinfezione invece va fatta con agenti ossidanti e disinfettanti forti, in genere a base di cloro, iodio, sali di ammonio quaternario, clorexidina, ecc. Le operazioni di disinfezione, se la pulizia e la sanificazione vengono compiute correttamente, sono di tipo straordinario e possono essere eseguite una o due volte a stagione, oltre che in situazioni particolari di inquinamento (grandi affluenze o presenza di sangue/ materiale organico), magari solo su alcune superfici. Le parti a rischio infatti sono solamente quelle dove le persone possono contaminarsi a vicenda e quindi panche, maniglie, porte delle cabine a rotazione, ante degli armadietti, asgiugacapelli.
Nel compiere queste operazioni è necessario adottare tutte le precauzioni necessarie, relativamente all’utilizzo dei prodotti chimici, alla loro corretta diluizione, allo stoccaggio, all’uso dei necessari DPI. Le schede di sicurezza di tutti i prodotti utilizzati per la pulizia vanno appese in modo visibile nel locale dove sono immagazzinati.
Non va mai dimenticato infatti che l’utilizzo di prodotti chimici da parte dei dipendenti rientra nella valutazione dei rischi del personale e va fatto oggetto di procedure specifiche. Anche nel caso in cui le pulizie vengano appaltate ad una ditta esterna i rischi specifici dell’ambinete nel quale il personale opera devono essere riportati del DUVRI (Documento Unico di Valutazione dei Rischi da Interferenze). Oltre alla salvaguardia della salute dei dipendenti va posta attenzione ai possibili incidenti che possono occorrere agli utenti e quindi i prodotti chimici non devono mai essere lasciati incustoditi sui carrelli né immagazzinati in luoghi accessibii al personale non autorizzato. Le superfici devono sempre essere accuratamente risciacquate e le pulizie vanno fatte ariegguando sempre i locali.
Spesso la situazione contingente è di impedimento, poiché per la pulizia e la sanificazione degli armadietti, ad esempio, è necessario averli tutti aperti e ciò è possibile solamente in assenza di utenti, così come la disinfezione, in generale, è incompatibile con la presenza di utilizzatori degli spazi e delle attrezzature.
Questa difficoltà di tipo organizzativo può portare a diradare o ad evitare del tutto queste procedure, che invece risultano necessarie al fine di dare un servizio ottimale all’utenza.