Negli ultimi anni si è diffusa una sorta di psicosi riguardante l’utilizzo del cloro in piscina, un crescendo delirante di rifiuto totale e ingiustificato che non si spiega. Oggi parlare del cloro in piscina è come parlare del Diavolo in persona, fa paura persino nominarlo.
Ma perché? Cosa vi ha fatto di male questo disinfettante che, ad oggi, è senza dubbio la sostanza più efficace sotto tutti i punti di vista? Lo dimostra il fatto che, quando le alghe crescono fino a diventare pronte da raccogliere con la falce, quando persino il gatto di casa, che odia l’acqua come tutti i gatti, ha preso l’otite, l’unico provvedimento da prendere è mettere qualche pastiglione negli skimmers. Pastiglione di cloro, naturalmente, tricoloro isocianurato, per la precisione. Il Diavolo nello skimmer, pensa un po’.
Il cloro quindi resta (e vorrei vedere come potrebbe non esserlo) l’unico rimedio quando tutti gli altri… intrugli… che si sono messi in acqua non sono serviti. Ma il mercato fa finta che non sia così, si fa ma non si dice, certo che no. Quindi si traveste il Diavolo da Angelo, venduto un po’ più caro del Diavolo, vabbè per forza… Si chiama ipoclorito di sodio, è l’alternativa più diffusa del cloro. L’ho letto in un articolo su internet, se fossimo su Instagram qui ci vorrebbe una faccina stralunata. Non commento, lascio a chi capisce il compito di stupirsi, piangere, gridare, disperarsi, ma tanto è inutile. Chi non capisce può cercare su Google cos’è l’ipoclorito di sodio e capirà.
Si è partiti, tanti anni fa, dal dire che il sale disinfetta l’acqua al posto del cloro. Il mio articolo Le piscine a sale e gli asini che volano spiega come la penso in proposito. Ma il sale resiste saldamente nella classifica delle alternative al cloro, e non c’è nulla da fare. A chi sostiene che il cloro della piscina danneggia i capelli ed il sale no suggerirei tre settimane al mare, e poi vediamo.
Certo, il cloro utilizzato male fa male. Fa male anche spararsi un antibiotico in vena a caso senza guardare il dosaggio, se è per questo, ma gli antibiotici rimangono una risorsa fondamentale per la salute della razza umana. Non si può dire che è sbagliato il cloro in sé, è sbagliato l’uso che se ne fa. D’altra parte, da pseudo manutentori di piscina sedicenti professionisti che pensano che il pH sia un prodotto chimico, cosa ci si può aspettare?
È da una passata ignoranza tecnica che deriva l’uso esagerato, sbagliato, dannoso che si è fatto del cloro in piscina, ma pare che invece che curare la causa del male si continui ad approfittare dell’effetto. La gente non vuole il cloro, perché non sa che i danni che provoca dipendono dall’ignoranza nelle modalità di gestione? Bene, allora vendiamogli qualcos’altro. S’ils n’ont plus de pain, qu’ils mangent de le brioche. Così non se ne esce, però. Le bugie, diceva mia nonna, hanno le gambe corte.
Il nostro è un settore nel quale l’ignoranza la fa da padrona, e dove alcune aziende senza scrupoli alimentano questa ignoranza a proprio vantaggio. E’ un punto fermo da sempre, nella cattiva politica: l’ignoranza consente ai dittatori di governare e consente alla democrazia di indebolirsi. La conoscenza è l’unico modo per potersi muovere liberi, per poter decidere cosa acquistare, dove, a che prezzo, e come usarlo. Il povero cloro è una delle tante vittime della voluta, creata, mantenuta ignoranza del nostro mercato, una delle tante vittime sacrificate sull’altare delle vendite, in nome delle quali tutto è lecito. Non è l’unica.