Dscorso semiserio sulla nuova tendenza del comunicare friendly
Ricordo la prima volta in cui un adulto mi ha dato del lei: è stato a Bologna, avevo 19 anni, sono entrata nel negozio sotto casa a comprare un pacco di biscotti e il signore da dietro il bancone mi ha chiesto: “Le serve altro?”. Non so dire cosa ho provato. Mi sono sentita adulta forse per la prima volta nella mia vita, un po’ mi ha fatto piacere e un po’ mi è dispiaciuto, difficile da spiegare, ma me lo ricordo bene e questo significa che l’episodio ha lasciato il segno.
Dopo molti anni ho cominciato a vivere un sentimento per molti versi opposto: nessuno mi dava più del tu. Ho pensato che si trattasse di buona educazione, anche io ho insegnato ai miei figli che non è buona cosa dare del tu alle persone più anziane…. Ecco, questo è il punto: cominciavo ad essere più anziana di un gran numero di persone.
Recentemente ho dovuto lottare contro uno stato di ansia crescente, alimentato dal fatto che non solo più nessuno, in pratica, mi dà del tu, ma anche i trentenni con i quali ho rapporti frequenti di lavoro, nonostante dopo un po’ di tempo li inviti al tu reciproco, si rifiutino di farlo, accettando che io mi rivolga a loro con il tu e rispondendomi, categoricamente, con il lei.
Tragedia…! Così ho lavorato sulla mia autostima, convincendomi del fatto che l’appellativo “Signora” non sta per “Vecchia Carampana”, ma è piuttosto il riconoscimento di un aspetto e di un modo di porsi che denota sicurezza, nonché dell’emanazione di un certo fascino, che fa percepire una persona come, appunto, una signora e non una ciabattaia qualunque. Forse. Fatto sta che stavo per farcela. Cominciavo ad accettare questo appellativo, questo rispetto, come un complimento. Persino quando, questa estate, un ragazzino sull’autobus si è alzato per farmi sedere ho resistito e la lacrima di dispiacere che stava per affacciarsi è stata ricacciata indietro repentinamente: “E’ solo un ragazzo educato, ci si alza sempre per far sedere le signore !”. Insomma, ce l’avevo fatta.
E poi, arrivo in piscina per comprare un biglietto ed alla reception la tipa mi fa “Ti serve la chiave per l’armadietto” ? Ho capito bene? TI serve? A ME? Oh, dico, ragazzina, io sono una signora, mica sono una ciabattaia qualunque, che ti credi? Non lo vedi il mio sguardo autoritario? Non sei colpita dal mio fascino, nonostante sia in canottiera e infradito, senza trucco, con i capelli spettinati? TI SERVE lo dici a tua sorella, capito? “No, grazie, signora, non ne ho bisogno”, le ho risposto, e me ne sono andata voltandole altezzosamente le spalle.
Fatto sta che la cosa si è ripetuta in altre occasioni, sempre da parte di dipendenti di impianti sportivi, fino a raggiungere l’apice ad un corso per manutentori di piscina a Riccione. Qui non solo i ragazzi mi davano del tu, ma mi chiamavano per nome!
Allora, qui c’è qualcosa che tocca. Primo: perché i ragazzi giovani mi danno del tu e quelli vicino alla mia età mi chiamano “dottoressa” ? Non dovrebbe essere il contrario? Secondo: io sono un docente, tu sei un allievo, quindi al massimo io posso darti del tu ma tu mi dai del lei.
A questo punto ho una certezza: da troppo tempo non leggo “Il Nuovo Club”, non sono mai andata ai loro corsi e quindi mi è sfuggito, ma sono sicura che è comparso un nuovo guru della comunicazione che predica il tu come nuovo approccio al cliente, per farlo sentire a proprio agio. In fondo siamo tutti sportivi, siamo tutti informali, tutti friendly, che senso hanno le distinzioni di classe, di età, di professione?
Bene, caro il mio guru, chiunque tu sia, io, dandoti rigorosamente del tu, ti devo dire una cosa: quando fai i corsi, predica pure quello che vuoi, ma sappi che io ci ho messo anni a costruirmi una identità, ci ho messo anni ad accettare il fatto di invecchiare, ho lavorato duro sul trasformare il riconoscimento di aver superato l’impercettibile soglia che separa la giovinezza dal resto della vita e tu non distruggerai tutta la mia fatica in questo modo! Quindi, mio caro, se tutti i tuoi adepti incoscientemente continueranno a darmi del tu, io replicherò sempre, inesorabilmente, con il lei.
Così saranno loro a sentirsi precocemente invecchiati, forse anche a sentirsi un po’ maleducati ed irrispettosi e forse capiranno che ogni età e ogni situazione ha le proprie regole, che non è bene stravolgere solo per apparire diversi a tutti costi.