Pubblicato su Lo Spettacolo Viaggiante 2013
In questo articolo continua l’analisi della norma UNI EN 1069-1 che tratta della costruzione degli acquascivoli.
Sezione 7 – Requisiti di sicurezza
Nella parte della sezione 7 riguardante lo “scivolo vero e proprio” si prendono in esame le caratteristiche che deve possedere lo scivolo al fine di evitare cadute, sia accidentalmente sia intenzionalmente.
Si prevede quindi che in nessun momento l’utilizzatore possa raggiungere o toccare le parti esterne dello scivolo. Vengono poi indicati dei limiti sulla accellerazione di gravità che può subire una persona, che devono avere un “g” minore o uguale a 4 per meno di 0,1 sec e minore uguale a 2,6 per meno di 0,1 sec.
Nel caso in cui lo scivolo sia dotato di una funzione che comporta rischio di disorientamento o panico, quale ad esempio una sezione completamente buia e/o coperta, una doccia o altro, l’utilizzatore deve essere avvertito prima di iniziare la discesa.
La parte terminale dello scivolo va progettata in modo da consentire un arrivo sicuro per l’utilizzatore. Può essere realizzata in tre modi: una unità di arresto/rallentamento, l’arrivo in una piscina speciale e quello in una piscina normale. Se è prevista una zona di arrivo dedicata questa può essere realizzata in due modi: una unità di arresto oppure di rallentamento. L’unità di arresto può essere utilizzata per tutti i tipi di scivolo, tranne il tipo 10, ma DEVE essere utilizzata per gli scivoli che raggiungono una velocità maggiore di 10 m/s. L’unità di rallentamento puà essere utilizzata per tutti i tipi di scivolo, eccetto il tipo 10. Deve essere realizzata in modo da consentire lo spostamento laterale dell’utilizztore, fuori dal percorso di quelli seguenti. Una volta cambiato percorso, l’utilizzatore deve potersi arrestare in sicurezza e deve poter uscire rapidamente.
L’area di ammaraggio può essere utilizzata per tutti i tipi di scivolo, compreso il 10, sempre che la velocità sia inferiore a 10 m/s. Se l’ammaraggio avviene in una comune piscina, utilizzata per altri scopi, va prestata la massima attenzione al favorire una uscita rapida e sicura degli utilizzatori dello scivolo. Si suggerisce l’utilizzo di un flusso d’acqua forzato per allontanare gli utilizzatori dallo scivolo in modo rapido.
Viene dedicato un articolo ai dispositivi utilizzati per lo scivolo, quali ad esempio i gommoni. Oltre alla necessità di essere realizzati in materiale tale da non provocare danni, da essere facilmente recuperabili se persi, di galleggiare se l’ammaraggio è in una piscina, essi devono essere marcati in modo visibile con l’indicazione della posizione specifica del corpo, del peso e dell’altezza per i quali sono progettati; in alternativa tali informazioni devono essere chiaramente riportate nel punto di prelievo del dispositivo.
Una apposita indicazione viene fornita per la progettazione delle coperture, dei tubi e dei rialzi, che devono essere realizzati seguendo particolari inclinazioni ed altezze.
L’argomento successivo è quello che riguarda la portata dell’acqua sullo scivolo, che deve essere opportunamente progettata, considerando anche l’acqua apportata da giochi od effetti particolari.
Va infine considerata l’interferenza tra gli utilizzatori, impedendo che si verifichi la situazione di diverse velocità di discesa, e quella possibile tra utilizzatori ed estranei, che va impedita.
Sezione 8 – Requisiti di sicurezza supplementari per i tipi da 1 a 10
In questa sezione vengono fornite le sezioni per ogni tipologia di scivolo, con le dimensioni minime e massime e le inclinazioni, per ogni tipo di scivolo dal’1 al 10.
Si definiscono le misure minime e massime della sezione trasversale e l’angolazione delle sponde rispetto alla superficie di scivolamento, nonchè le dimensioni e le misure delle diverse zone di ammaraggio, della portata d’acqua e delle zone di rispetto. Riferire tutte queste disposizioni è praticamente impossibile se non riportando integralmente la norma ed i disegni e le tabelle relativi, cosa assolutamente vietata dal severo copyright a protezione delle norme tecniche UNI.
Per le zone di ammaraggio di definiscono le misure minime e massime rispetto a fondo della piscina, parte finale dell’ammaraggio, differenza di altezza tra la parte finale ed il fondo della vasca, profondità dell’acqua.
Le portate d’acqua devono esseere le seguenti:
almeno 3 l/min per il tipo 1.2;
almeno 40 l/min per il tipo 2.2;
almeno 1500 l/min per i tipi 3,4 e 5;
almeno 500 l/min per metro di larghezza della corsia, per ogni corsia del tipo 6;
almeno 300 l/min per metro di larghezza per il tipo 7.
La portata d’acqua non è richiesta per i tipi 1.1 e 2.1, mentre per i tipi 8,9 e 10 deve esseere determinata dal fabbricante e riportata nel manuale dello scivolo.
Per le zone di rispetto vengono fornite indicazioni di massima e le misure relativamente ai tubi, per quanto riguarda le distanze minime tra le parti del corpo dell’utilizzatore e le pareti interne.
Sezione 9 – Controllo e prove
Il controllo dello scivolo deve essere fatto da un tecnico indipendente con le necessarie conoscenze tecniche e del funzionamento ed esperienza nel settore degli acquascivoli. Molti punti della norma prevedono l’esecuzione di una prova pratica, che deve essere realizzata da uno o più collaudatori e fa parte della messa in servizio dello scivolo stesso.
Il collaudatore deve essere una persona esperta del settore ed, in più, deve:
avere una conformazione fisica normale;
avere un peso compreso tra 70 e 110 kg;
avere una altezza minima di 1700 mm;
esseere un nuotatore esperto;
avere conoscenze teoriche sui metodi di prova utilizzati e sulla loro valutazione;
avere esperienza pratica su come raggiungere situazioni di scivolamento estreme.
Si rimarca la preferenza per un collaudatore che sia indipendente dal gestore e/o il fabbricante.
Sono poi elencati ben diciotto punti che devono esseere esplicitati nel resoconto di prova che il collaudatore deve redigere.
Sezione 10 – Designazione e marcatura
In questa ultima sezione si prevede che gli acquascivoli debbano essere adeguatamente designati e marcati.
La designazione prevede una sezione descrittiva del prodotto e una sezione identificativa composta dal numero della norma europea e dall’identificazione del singolo elemento. La marcatura invece deve essere realizzata in modo visibile e durevole, apposta possibilmente all’ingresso degli utilizzatori, e deve riportare il nome e/o il logo e l’indirizzo del fabbricante, fornitore, importatore o installatore; la designazione;l’anno di installazione.
La norma si conclude con tre appendici:
Appendice A: Aree di ammaraggio (che descrive caratteristiche costruttive con relativi disegni tecnici);
Appendice B: Utilizzo di acciaio inossidabile per gli acquascivoli (con le raccomandazioni da seguire nel caso si utilizzi questo materiale);
Appendice C: Carichi di progettazione degli accessi e delle piattaforme (che contiene i calcoli ad uso degli strutturisti);
Appendice D: Misurazioni della accellerazione e della velocità (che descrive i metodi di prova).
Considerazioni
Come tutte le norme UNI che costituiscono un recepimento europeo, che si distinguono da quelle italiane per l’aggiunta del suffisso EN, le caratteristiche tecniche vengono descritte con estrema precisione, anche per scoraggiare eventuali problemi legati alla traduzione nelle diverse lingue. Ne deriva che la struttura della norma appare piuttosto complessa e quasi pedante nella minuziosa descrizione dei singoli requisiti da rispettare.
Ciò da anche poco margine alla possibilità di adottare situazioni alternative non previste nel testo, con la conseguenza possibile che molti acquascivoli già operanti in Italia potrebbero risultare non a norma. E’ evidente quanto ciò possa diventare penalizzante in caso di incidente.
Ma la norma UNI EN 1069 non finisce qui. O meglio, la prima parte, quella dedicata alle caratteristiche costruttive degli acquascivoli, termina qui, ma l’analisi continuerà sul prossimo numero con la parte 2 che tratterà un argomento molto più importante e “pesante” per i gestori e cioè, appunto, le modalità di gestione degli acquascivoli.